La lucerna erotica
La lucerna, esposta nel Museo di Forlimpopoli, è stata rinvenuta nel 1930, nell’area del giardino pubblico di Forlimpopoli1, a un centinaio di metri a sud della Via Emilia, nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione dell’acquedotto.
Ne è stata data notizia solamente con la dizione «lucerna erotica con una iscrizione» senza la trascrizione e la descrizione della inconsueta scena2.
Si tratta di una lucerna a voluta con symplegma3 a quattro.
Sul disco della lucerna è raffigurata una scena erotica di gruppo con tre personaggi maschili con falli sproporzionati e uno femminile a un livello di esplicitazione al presente inedito. La donna, in piedi volta a sinistra, è al centro nell’atto di un simultaneo coito frontale, di un coitus a tergo e di una fellatio. Di fronte alla donna un primo personaggio maschile, seduto su uno sgabello, regge le gambe del secondo personaggio posto in alto, in posizione orizzontale, proteso con le braccia verso la terza figura, alle spalle della donna, che lo sorregge tenendogli le braccia. Tutti i personaggi sono raffigurati nudi ad esclusione di quello seduto vestito con tunica a maniche corte, sollevata all’altezza del bacino. La donna, raffigurata di tre quarti, con seno e pancia pronunciati, ha due cavigliere come unico elemento di ornamento.
La scena erotica è bordata dall’iscrizione: ADIVVATE ROGO SODALES4.
L’interesse particolare di questa lucerna, ascrivibile al i sec. d.C., deriva dall’iscrizione, riportata di rado sul disco delle lucerne, e dalla scena raffigurata particolarmente rara tra la non comune diffusione, soprattutto nella cultura figurativa di età imperiale, di rappresentazioni erotiche affrescate o riprodotte su lucerne, su ceramica da mensa e più raramente utilizzate nell’ambito della toreutica.
1 Si ringrazia vivamente la collega Annalisa Pozzi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, per la segnalazione della lucerna custodita presso il Museo Archeologico Civico “Tobia Aldini” di Forlimpopoli, la direttrice del Museo Silvia Bartoli per l’invito a pubblicare il reperto (inv. 8988) ; il Soprintendente Filippo Maria Gambari per l’autorizzazione allo studio. Il restauro della lucerna si deve a Monica Zanardi del Gabinetto di Restauro della Soprintendenza mentre la foto è opera di Roberto Macrì del Gabinetto fotografico della Soprintendenza.
2 Aldini 1972, p. 13. La lucerna, rinvenuta insieme ad altri materiali di età romana (mattoni, mattonelle esagonali, frammenti di anfore), è inventariata con il num. 8988.
3 Rapporto sessuale.
4 Aiutate(mi), (vi) prego, compagni.